Una nuova legge mette fuori commercio gli animali selvatici, anche se suona come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti
Ci volevano tutti i disagi potati dal coronavirus per mutare le abitudini alimentari cinesi. Un gesto molto etico e intelligente per la salvaguardia di molte specie in pericolo. Ma aspettate a gioire, se il divieto salverà molti cani e gatti destinati a finire in pentola non sarà esteso a tutti i tipi di utilizzo della fauna selvatica.Gli animalisti prima di esultare è bene che spulcino cosa nasconde questa legge. Se è proibito cibarsene e farne commercio per la cucina, tutte le altre attività non sono proibite. Animali selvatici al bando in Cina
Medicina cinese
La medicina tradizionale cinese utilizza parti fresche o seccate di molti animali selvatici. Il caso del pangolino è la prova di queste cattive abitudini. Il pangolino è stato quasi sterminato in Asia ma gli importatori lo commerciano da ogni continente. Non sono le carni, ritenute appetitose, lo scopo di questo commercio, ma le scaglie ossee del piccolo animale. A Wuhan il mercato è stato indicato immediatamente come l’area di propagazione del virus, qui i pangolini sono commerciati alla luce del sole anche se dovrebbero essere proibiti in quanto specie protetta.
Scappatoie
La legislazione impedisce di consumarli ma non di allevarli. Ora tutte le specie care alla medicina tradizionale verranno allevate. La stessa sorte subiranno gli animali da pelliccia, o quelli destinati alla ricerca, esentati dalla nuova legge. Il mercato nero cinese purtroppo è assai prolifico, perciò sperare che la carne di cane o pangolino sparisca veramente dalle tavole sembra un’utopia. Chi li alleva per il pelo o le scaglie, troverà il modo di vendere anche le carni. La scappatoia già utilizzata è quella di commerciarli vivi, poi sarà quel che sarà.
Un impegno morale
Un impegno morale da parte dei consumatori, potrebbe essere quello di evitare di acquistare ogni tipo di pellicce. Se possibile si dovrebbe limitare anche la medicina tradizionale cinese. Quasi tutte le sostanze o gli elementi cari a quella medicina possono essere sostituiti da alternative chimiche che non dilapidano il patrimonio della fauna selvatica. Un passo importante nella direzione giusta, ma solo un inizio, tanto lavoro deve ancora essere fatto. Il divieto non riguarda gli animali selvatici acquatici. Animali selvatici al bando in Cina
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