Per evitare che le goccioline emesse dagli ottoni possano essere respirate da altri la disposizione dei posti nelle orchestre dovrebbe essere cambiato
La sala da concerti della Utah Symphony è stata trasformata in un luogo per effettuare test sulle posizioni corrette dei musicisti. La collocazione dei fiati e degli ottoni è ottimale se spostata sui lati, più vicino alle porte e alle bocchette di ventilazione. Per completare la sistemazione, le percussioni dovrebbero essere poste al centro e mettere i legni e tromboni ai margini. Le trombe e i sassofoni vano spostati negli angoli più distanti. Anche le orchestre sconvolte dal Covid-19
Droplets solo vicino alle bocchette
Gli strumenti che possono emettere più goccioline saranno così, più vicine alle bocchette di aspirazione o ventilazione. Questa semplice risistemazione dell’orchestra ha un effetto di moderazione della possibilità di contagio, superiore a quella dei classici 2 metri di distanza tra ogni musicista. Alla Utah Symphony non si sono limitati a fare test fisici ma hanno misurato i flussi d’aria per avere conferme che nessuna delle goccioline potesse raggiungere altri strumentisti.
Nessuna invasione dello spazio personale
Con la nuova disposizione non avviene nessuna invasione dello spazio personale. Ogni musicista è al sicuro dalle infezioni. Le difficoltà arrivano però per il direttore d’orchestra, da sempre abituato ad una sistemazione codificata nei secoli. Perciò dove dovrebbero trovarsi i flauti ora troverebbe i violini, e i contrabbassi invece di essere in fondo ora sono al centro. Anche alcuni degli automatismi tra musicisti, abituati ad osservarsi per entrare a tempo, potrebbero creare difficoltà.
Musicisti abituati al contatto visivo
Gli orchestrali sono abituati a tenere d’occhio il direttore e gli altri musicisti. Gli spazi che occupano abitualmente li fanno sentire a loro agio. Se tutti i fiati sono confinati all’esterno l’orchestra ha una decisa modificazione. Alcuni potrebbero sentirsi spaesati a non avere i soliti strumentisti al loro lato o alle spalle. Gli strumenti ad archi permettono di indossare le mascherine e questo rende a loro la via facile. Possono essere collocati ovunque, non devono nemmeno preoccuparsi di cambiare di posto.
Gli ottini e i legni dispensatori di gocce
Le goccioline che potrebbero trasmettere il virus sono emesse soprattutto da legni ed ottoni, gli unici che hanno bisogno di essere ricollocati in altre aree. Per il pubblico non cambia nulla o quasi. Dalle prove fatte con l’orchestra il suono totale non cambia. La differenza la notano più gli orchestrali o il direttore. I test che sono stati effettuati, comprendevano tutti gli elementi peggiori del suonare assieme. Ma i risultati sono stati molto positivi, secondo le rilevazioni tutta l’orchestra suona al medesimo tempo. Questo non accade praticamente mai, se si esclude qualche finale. Sono state prese in considerazioni anche le variazioni di temperature legate alle luci sul palco.
Una simulazione completa
La simulazione che è stata realizzata teneva conto di tutti i fattori, comprese le voci dei cantanti. Un lavoro immenso di misurazione dell’impatto. Tutte le canalizzazioni dei flussi d’aria, delle goccioline, della somma dei suoni emessi, sono state valutate. Questo lavoro ha consentito di rimodulare la composizione dei posti in orchestra. Ai musicisti però, abituati alle loro classiche posizioni, non è piaciuto moltissimo e sperano di poter tornare alle loro amate sedute originali. Anche le orchestre sconvolte dal Covid-19
Credits:PxHere

