La scienza e la medicina stanno puntando moltissimo a migliorare la qualità della vita e ad allungarla a dismisura
Ha un senso questo accanirsi nel prolungare la vita oltre quelli che sembrano i limiti naturali? La scienza s’impegna da sempre a cercare di migliorare le nostre condizioni di vita. La prevenzione delle malattie ha svolto un compito molto positivo. La medicina trova nuove formule per curare i malanni. La lunghezza media della vita si allunga costantemente ed ora balena la possibilità di aggiungere molti anni alla nostra normale spettanza di vita. Allungare la vita a piacere
120 ma anche 180
Il desiderio, non troppo celato delle industrie farmaceutiche è di allungare a dismisura la vita degli umani sino a raddoppiarla. Il loro ritorno economico in medicinali, cure e terapie, sarebbe immenso. Questo però pone dei grossi quesiti etici e morali. Rallentare l’invecchiamento fin quasi a fermarlo, sarebbe a disposizione di tutti o solo dei più ricchi? Porterebbe ad incidere ancor di più sulla sovrappopolazione planetaria, mentre dovremmo cercare di contenerla. Quale sarebbe il livello qualitativo di questa estensione? L’attività fisica verrebbe ridotta ai minimi termini? Sarebbe una vecchiaia vegetativa e priva di emozioni?
Una noia mortifera
Il rischio di una vita allungata ma mortifera è più di una supposizione. Ripetere le proprie azioni all’infinito, risulterebbe noioso e muterebbe anche la visione politica del mondo. La società diventerebbe troppo legata alla conservazione, gli slanci che consentono di migliorare e innovare verrebbero congelati. Con una vita lunghissima nessuno dei potenti vorrebbe cedere le sue posizioni di prestigio. Si avvierebbe un percorso che rischia di portare a dittature e oligarchie, legate alla possibilità di vivere troppo a lungo. Anche i trattamenti pensionistici verrebbero modificati. Ridotti per tutti, sia per chi ha accesso alle cure di allungamento e a chi non ne ha accesso.
Lavorare di più
Una delle conseguenze di questo allungamento sarebbe la richiesta dei governi di allungare il numero di anni necessario prima di poter andare in pensione. Ne verrebbe, anche in questo caso, favorita solo una élite che può permettersi di vivere più a lungo. Mentre chi non otterrà quel tipo di cure, si vedrà solo accorciare lo spazio di riposo dopo il lavoro. Un’altra disuguaglianza che rischia di portare a gravi dissapori e lotte politiche o rivolte.
Il senso della morte
Una delle qualità dell’invecchiare è quella di accumulare saggezza. Rischia di venire completamente annullata, a causa di questa possibilità di estendere il proprio spazio di vita. Anche la capacità di prepararsi all’inevitabile diviene labile, più si allontana il momento è più sembra evitabile. Arriveremo a sperare di vivere in eterno. Toglieremo spazio alle nuove generazioni e avremo una sanità impostata più sulla conservazione che sulle nuove tecniche. I benefici raggiunti dai lungo-viventi cozzerebbero coi bisogni del resto della popolazione.
Giusto impedirlo?
Anche se presenta risvolti che potrebbero essere molto negativi è corretto interferire? La giustizia impone di non interferire anche se non tutti potranno usufruire di quei ritrovati. Non è corretto proibire l’allungamento della vita. È una questione dove morale e etica devono intervenire e sono più importanti del risultato. Dovrebbe essere accessibile a tutti, ma sappiamo già che solo una piccola élite potrà usufruirne. Per evitare la sovrappopolazione mondiale potrebbe essere necessario ridurre le nascite. Sappiamo bene come sono andate le cose in Cina con una simile prospettiva. Ci sarebbe certamente un altro sollevamento popolare. Eppure a qualcuno piacerebbe raddoppiare la propria vita. Allungare la vita a piacere
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