In piena crisi da Coronavirus, l’economia soffre tantissimo, le conseguenze peggiori nelle strutture turistiche
Stanno arrivando pessime notizie, non per i contagi ma per il panico che è stato gonfiato in modo tremendo. Le strutture che si occupano di turismo, ospitalità e ristorazione cominciano già a provare affanno. La situazione non sembra risolvibile col classico colpo di bacchetta magica, anzi. Piovono disdette e alcuni stati giocano a far aumentare il panico, sconsigliando viaggi nel bel paese. Alcuni stanno limitando la permeabilità alle frontiere senza una preventiva quarantena, recente è il caso degli italiani respinti alle Mauritius. Alberghi e ristoranti a rischio collasso per il coronavirus
Non si ferma con la paura
Il contagio non si ferma con la paura, ma col buon senso. Imporre chiusure di porti, frontiere, aeroporti, non ha certo impedito la circolazione del virus, anche se fosse stato imposto in modo coercitivo. I portatori sani esistono e non sarebbe comunque stato possibile riconoscere la loro pericolosità. I protocolli sanitari esistono per essere seguiti, ma la faciloneria italiana ha creato le situazioni perché le cose non funzionassero perfettamente. Alcuni politici hanno contribuito ad aizzare zizzania per il proprio tornaconto. Azioni di vero sciacallaggio che meriterebbero di finire nelle aule dei tribunali.
La cura non deve stravolgere i ritmi
Tapparsi in casa non ha senso. I soggetti fragili (bambini, anziani, chi ha quadri sanitari complessi) è giusto che si riguardino. Tutti gli altri no. Non ha senso chiedere che ogni struttura sia chiusa e vietata. Si deve vivere, i negozi e gli esercizi commerciali, servono e non solo per alimentarsi. Servono anche a costituire quell’ossatura economica importantissima per il paese. Il rischio è che per timore di un virus, si uccida un’intera nazione. Già non siamo in condizioni floride, se ci fermiamo completamente in attesa del vaccino, ci obblighiamo ad un suicidio da cui non ci riprenderemo.
Viaggi a scartamento ridotto
I viaggi sono la cartina al tornasole, con cui misurare il momento, stanno calando drasticamente le prenotazioni. Questo da un lato è confortante per la difficoltà che il virus circoli, dall’altro fa immaginare una crisi alberghiera e ristorativa immane. Molti posti di lavoro verranno persi, e per le piccole realtà non ci sono cassa integrazione o altri aiuti. Si chiude e non si riapre più. Dovremmo tutti fare un piccolo sforzo e continuare a vivere come prima del coronavirus. Tenendo conto dei validi consigli del ministero della Sanità. Curando maggiormente l’igiene, compresa quella mentale.
Spegnere le tv e i social
Spegnere un poco la tv e togliersi da un loop mediatico che alimenta paura e panico in modo scriteriato. I toni da tragedia che vengono diffusi, specialmente sui social media, sono veramente fuori luogo. Tv, radio e social per aumentare l’audience hanno stanato tuttologi che nulla sanno, per portare il loro parere. Un errore fondamentale, ci si deve fidare solo dei veri esperti, dei virologi e non di nani e ballerine portati alla ribalta su argomenti per loro ignoti. Sulle problematiche sanitarie non esistono pareri personali ma solo certezze elargite da parte di chi ha veramente studiato.
Si guarisce
L’unica verità è che si guarisce, tra il 95 e il 98%. Una normale influenza causa più danni ed è più pericolosa del coronavirus. Colpisce chi già ha altri problemi, si assomma ad altre patologie e in quel causo può essere fatale. Chiunque ha una regolare costituzione fisica, ha poco da temere. La folle corsa ad acquistare mascherine non ha senso. Dovrebbero essere usate solo da chi è affetto dal virus per evitare di diffonderlo e non da chi è sano. Anche per l’igiene bastano acqua e sapone e 30 secondi di energica ed accurata frizione. I gel servono solo se il sapone non è disponibile, gli speculatori che hanno mandato i prezzi alle stelle dovrebbero essere denunciati e sanzionati. Alberghi e ristoranti a rischio collasso per il coronavirus
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