La decisione rinviata almeno al 2021
Non contateci troppo sull’abolizione dell’ora legale, almeno non quest’anno o l’anno prossimo. L’operazione che porta a grandi risparmi energetici negli stadi a sud dell’Europa, incontra resistenze in quelli più a Nord. Comprensibile come nazioni dove il tramonto arriva dopo le 22 siano indifferenti ai vantaggi rispetto a chi vede il sole calare alle 20,30.
Risparmi energetici enormi
I costi per l’illuminazione in una nazione come l’Italia basterebbero da soli a propendere per un deciso si all’ora legale. Ad una maggiore irradiazione solare corrispondono minori consumi energetici, in tempi di crisi non è un fattore trascurabile. Sono oltre 900 miliardi di kilowattora quelli che si sono risparmiati negli ultimi 4 anni, secondo i dati forniti da Terna. Un risparmio che quantificato in euro corrisponde a 1,5 miliardi.
L’impronta di carbonio
Anche l’impronta del carbonio introdotta in atmosfera, grazie ad una consistente riduzione contribuisce a ridurre l’effetto serra. Il riscaldamento globale in atto, responsabile di grandi cambiamenti climatici, non ci permette di mantenere l’ora solare tutto l’anno. E’ un’opzione etica, non è gradevolissima, a molti causa un parziale stress, irritabilità o insonnia, di solito assorbito dai 3 ai 7 giorni. E’ un problema di piccola entità, paragonabile ad un leggero jetlag. Il disagio non bilancia il risparmio reale. Chi tira in ballo i cicli circadiani o altri stravolgimenti metabolici, si dimentica di parlarne quando va in vacanza all’estero. Se veramente i cicli circadiani fossero così rilevanti non dovremo più viaggiare, e soprattutto non dovremmo avere turni di lavoro notturni.
Francia e Germania ne discutono
In Francia e Germania il tema è dibattuto da qualche tempo. Probabilmente la soluzione verrà affidata al giudizio popolare tramite referendum. E’ stata presentata una proposta di legge alla Commissione Europea per l’eliminazione del cambio d’orario. Al momento il procedimento è fermo e non sappiamo quando sarà discusso. Una delle proposte prevede che si lasci mano libera ad ogni nazione di decidere quale orario applicare. Il rischio è che si vada verso un’Europa con orari a scacchiera, poco comprensibile e commercialmente non vantaggioso. In ogni caso almeno fino al 2021 nulla verrà modificato.
Chi ci guadagna e chi ci perde
Ci guadagnano tutti gli stati del Sud. Ci guadagnano anche tutte le attività che usufruiscono di maggior luce solare, prima fra tutte quella turistica. A soffrirne maggiormente le attività che iniziano all’alba, come quelle agricole. Per cercare di venire incontro a tutte le parti, è stata presentata l’idea di istituire non più un’ora ma una mezz’ora legale. Un guazzabuglio da cui sembra difficile uscire accontentando tutti. Preparatevi quindi a modificare ancora una volta l’ora tra il 30 e il 31 marzo, mentre l’ora solare ritornerà il 28 ottobre prossimo. Allora riprenderemo a mugugnare per l’ora di luce persa…

