Non avviene la normale dissolvenza dei materiali legnosi
In natura nulla si disperde, quando un albero cade viene attaccato da funghi, batteri ed insetti fino alla sua completa dissoluzione. Gli elementi che compongono tronco foglie e corteccia, rientrano nel ciclo che nutre la foresta stessa. Ma questo non sta accadendo attorno alla ex centrale atomica. Le radiazioni sono ancora presenti e nessuna persona vive in quell’area. A Chernobyl le foreste sono anomale Leggi tutto: A Chernobyl le foreste sono anomale
Animali ancora radioattivi
Gli animali che vivono in quelle zone sono ancora fortemente radioattivi. In alcuni casi sono evidenti le differenze nei confronti degli esseri che non vivono vicino alle aree contaminate. Gli uccelli, ad esempio, hanno cervelli molto meno sviluppati, i cinghiali che provengono da lì hanno percentuali molto alte di radiazioni, anche dopo essersi allontanati. Alcuni di loro sono stati catturati in nazioni vicine come Polonia o Germania, e presentavano radioattività molta alta e pericolosa.
Spariti molti insetti
Non ci sono quasi più farfalle, api ,ragni, zanzare e molti altri insetti. Mancano all’appello anche i decompositori che contribuiscono a dissolvere in ambiente i materiali organici utili alla vita. Gli alberi restano a terra, dopo quasi 30 dall’evento, e restano interi. Il terreno è molto impoverito dalla mancanza di nutrienti e sul terreno si stanno accumulando troppi residui che potrebbero dare vita ad incendi.
Un incendio devastante
Potrebbero essere incendi devastanti, non solo per l’area coinvolta, ma per le conseguenze. Coi residui del fuoco le radiazioni potrebbero essere convogliate verso altre zone, estendendo nuovamente il pericolo di contaminazione. Una parte delle foreste sembra pietrificata, gli alberi crescono molto lentamente e quando muoiono restano a terra senza dissolversi. Normalmente, in un decennio, di un albero caduto non resta nulla, in questo caso i pini rossi restano intatti.
Collant per sperimentare
I dendrologi (studiosi degli alberi) hanno creato dei sacchetti con le calze collant per ospitare diverse tipologie di foglie. Li hanno sigillati e li hanno sparsi nelle aree contaminate. Dopo un anno molti dei sacchetti delle aree più contaminate non mostravano alterazioni, le foglie erano ancora intatte, segno che nessuno dei decompositori le aveva intaccate. Nelle aree più distanti dalla ex centrale e meno contaminate, i sacchetti erano quasi vuoti, segno che microbi, funghi e insetti, avevano svolto il loro lavoro.
Niente nutrienti
La mancanza di nutrienti era l’evidente segno della difficoltà delle foreste di crescere in modo corretto ed anche della permanenza a terra dei materiali caduti. Se nulla viene restituito al suolo l’intero ecosistema è a rischio. Gli studi continuano, per scoprire se col diminuire delle radiazioni, si riequilibreranno le condizioni vitali e le foreste torneranno ad avere un regolare ciclo. A Chernobyl le foreste sono anomale
Credits: Pixabay

